
INCORAGGIARE
“Conviene incoraggiare sempre, giammai avvilire“. L’incoraggiamento non è semplicemente un messaggio di fiducia ai ragazzi, ma quel complesso di gesti e attenzioni che spingono, quasi insensibilmente, la persona al bene e la conducono all’accoglienza, all’assimilazione e all’incarnazione dei valori. Si esprime in una paziente e continua azione di stimolo e di gratificazione, che si concretizza nell’accompagnare le proposte formative con un cordiale e deciso invito ad aderirvi, nell’apprezzare e premiare, anche solo moralmente, gli sforzi di bene. Esclude l’imposizione e le punizioni, a meno che non si trovi altro rimedio per un efficace cambiamento; ma anche in tal caso va assolutamente evitato tutto ciò che mortifica la dignità della persona e supera la sua capacità di comprensione. Percorre invece la strada della convinzione e diventa quindi sforzo incessante ma fiducioso di sollecitare nei ragazzi l’amore e il desiderio per tutto ciò che è bello, buono e vero, di farne intendere l’importanza e gustare la gioia di viverlo. Nei momenti di difficoltà e di sofferenza l’incoraggiamento si fa impegno creativo per impedire la depressione, per offrire sostegno e mantenere vive le ragioni della speranza. Questo stile va generalizzato con tutti, ma in particolar modo con quelli che sono più fragili nella personalità e più a rischio; “costoro non sono mai da sgridare, mai da affliggere anche quando sembri ci sia una ragione di mancanza. Bisogna, invece, studiare mezzi per sollevare continuamente il loro morale“.